Caratteristiche della vera religione


Bilal philips

Caratteristiche esterne:  il nome della religione

Per identificare la vera religione destinata a tutta l’umanità, in ogni parte del mondo ed in ogni tempo, è necessario che il nome non sia legato ad alcuna persona, gruppo o luogo particolari. E’ così che il Cristianesimo, così denominato dal termine Cristo, il Buddismo da Buddha, il Giudaismo dalla tribù di Giuda e l’Induismo (dalla valle dell’Indo) sono tutte religioni legate ad una persona, un gruppo od un luogo particolare e quindi non possono avere il carattere dell’universalità.  Il Cristianesimo non può essere la religione prescritta da Dio dal tempo di Adamo, in quanto è fondata sull’esistenza di Cristo, alla fine di una successione di profeti ebrei. Parimenti il Buddismo, una derivazione dall’Induismo, venne ad esistere solo attraverso la persona del Buddha, che visse in India qualche tempo prima di Cristo.

Islam d’altro canto significa “sottomissione”.  Qui si tratta di un principio relativo all’essenza della devozione: completa sottomissione alla volontà divina.  Ben si adatta come sostrato della religione di Dio, dal tempo di Adamo e fino alla fine del mondo. La sottomissione a Dio è l’essenza del messaggio recato da tutti i Suoi profeti, ed è stato il nome della loro religione. Non conta nulla se una persona utilizza l’Ebraico o qualsiasi altra lingua per esprimere il concetto di sottomissione. Il termine “Islam” è una parola araba adoperata dall’ultimo Profeta, Muhammad (Iddio lo benedica e gli dia la pace) in quanto egli ha portato il messaggio finale di Dio [inizialmente] alle genti dell’Arabia. Pertanto la caratteristica dell’Islam, in primis e soprattutto, è che il suo nome è senz’altro adatto alla vera religione di Dio. Non è una denominazione personale, il che spiega perché i musulmani non accettano di essere chiamati “maomettani”. La denominazione non è tribale, non è relativa ad un gruppo e nemmeno ad un luogo specifico. Inoltre, il principale insegnamento dell’Islam è riflesso nel suo stesso nome. Il principio fondamentale è infatti l’essenza del culto, proclamato senza eccezione da tutti i profeti di Dio – la completa sottomissione e devozione all’Unico e solo Vero Dio. Per questo solo l’Islam può logicamente affermare di essere la religione di Adamo ed Eva e di tutti i profeti di Dio.

Prove scritturali per la sua denominazione

Ovviamente il nome della vera religione di Dio dovrebbe essere contenuto nella scrittura della religione stessa. Se si guarda alle Scritture cristiane, ad esempio, non si trova che Gesù abbia mai detto ai suoi seguaci: "Voi siete cristiani".  L’unico riferimento in tal senso lo si trova negli scritti di Paolo ai "seguaci di Cristo" in Antiochia. Fu solo dopo la scomparsa di Gesù che i cristiani adottarono tale nome. Analogamente non si trova nelle scritture giudaiche, né nella Torah né nei Salmi, alcun passo ove Dio abbia mai detto: "La vostra religione è il Giudaismo". Nemmeno esiste alcuna prova che il Buddha abbia mai detto ai suoi seguaci che la loro religione è il Buddismo. Se si suppone che le Scritture provengono da Dio, allora sarebbe logico ritenere che il nome della religione debba essere contenuto nella Scrittura stessa.  Se così non è, se ne può dedurre che si tratta di un’invenzione umana.

               Per converso, Dio annuncia chiaramente il nome "Islam" nel Corano:

Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l'Islam

Corano, 5:3

In un altro versetto Dio reitera questo punto proclamando la validità dell’Islam ad esclusione di ogni altro culto:

Chi vuole una religione diversa dall'Islam, il suo culto non sarà accettato e nell'altra vita sarà tra i perdenti

Corano, 3:85

Questo versetto stabilisce in modo chiaro il fatto che l’Islam è la vera religione.  Essendo la parola Islam un termine arabo, un’altra parola con lo stesso significato di “sottomissione alla volontà di Dio” avrebbe dovuto essere presente nelle Scritture più antiche.  Nelle lingue parlate alle diverse epoche di ciascuno dei profeti da Adamo in poi, termini equivalenti a quello di sottomissione avrebbero dovuto essere utilizzati per indicare la religione.  Il concetto di sottomissione si trova effettivamente negli scritti del Nuovo e dell’Antico Testamento: i profeti, Gesù incluso, hanno detto di fare la “volontà di Dio”.  Per esempio in Matteo 7:21 è riportato che Gesù abbia detto:

Nessuno di quelli che mi chiamano ‘Signore’ entrerà nel regno di Dio, ma solo colui che fa’ la volontà del Padre mio nel cielo

Tuttavia, il termine indicante "sottomissione" o "Islam" in Ebraico ed altre lingue della Rivelazione venne in seguito rimpiazzato da nomi di tribù come “Giudaismo” o nomi personali come “Cristianesimo”

Caratteristiche interne:  il messaggio centrale

Siccome esiste Un Unico Vero Dio, è ovvio che tutta la creazione deve esclusivamente a Lui la propria esistenza e che i bisogni di tutte le creature sono assolti, in ultima istanza, solo da Lui. Quindi cercare aiuto da altri che Lui è inutile, poiché Dio domina e controlla ogni cosa esistente. La vera religione di Dio deve confermare ed avere come suo messaggio centrale che solo Dio può essere adorato. La religione che afferma di essere l’unica vera religione deve insegnare agli esseri umani ad adorare esclusivamente Dio e non adorare nulla della Sua creazione, in quanto qualunque cosa all’infuori di Dio è senza dubbio parte della Sua creazione. Non vi è essere umano, animale, pianta o cosa che meriti di essere adorata, giacché nulla e nessuno fra loro sono in grado di aiutare gli altri per propria capacità. In definitiva, nulla può beneficiare la creazione senza il permesso di Dio, il Creatore. Pertanto l’essenza della relazione tra gli esseri umani e Dio dovrebbe basarsi sulla Sua adorazione esclusiva. E’ solo l’Islam che ordina alla gente di adorare esclusivamente Dio, tanto in teoria quanto in pratica. Solo l’Islam preserva l’Unicità di Dio, sia nella Scrittura che negli atti di culto.

Al contrario, il Cristianesimo invita all’esclusiva adorazione di Dio solo in teoria.  Ad esempio, nel Vangelo secondo Luca 3:8, è riportato che il diavolo abbia chiesto a Gesù di adorarlo, promettendogli potere e gloria in tutti i regni di questo mondo: “E Gesù gli rispose: E’ scritto, adorerai il Signore tuo Dio, e servirai Lui Solo’”.  Dunque l’essenza del messaggio di Gesù è che Dio Solo merita di essere adorato e che il culto di chiunque altro o qualunque altra cosa all’infuori di Lui è falso. Tuttavia, questo semplice, chiaro messaggio è andato perso con la trasformazione degli insegnamenti unitari di Gesù in una filosofia trinitaria, avvenuta in Grecia e a Roma. Gesù venne così elevato allo stato di “Dio, il Figlio” che condivide la divinità con “Dio, il Padre” e “Dio, lo Spirito santo”.  Di più, Gesù venne dichiarato “Dio incarnato”. Idoli vennero costruiti per simbolizzare la sua pretesa crocifissione ed egli divenne il più popolare oggetto di culto tra le masse cristiane attraverso le epoche.

Analogamente nell’Induismo, secondo le Upanishads, i Puranas, i Veda e la Bhagavad Gita, c’è un Unico assoluto Dio, Brahman, che è “senza un secondo”.  Tuttavia, Brahman si manifesta come “Brahma” (generatore), “Vishnu” (organizzatore) e “Shiva” (distruttore), e da Vishnu derivano gli “Avatar” (le incarnazioni di Brahman in ogni epoca), tutti adorati dagli Indù come Dio in ogni cosa, attraverso numerosissimi idoli.

Dimensione del culto

Nell’Islam il concetto di culto implica la realizzazione di tutto ciò che Dio ha comandato, non semplicemente la Sua adorazione ed invocazione per umane necessità.  La prima priorità riguarda i doveri obbligatori, la seconda riguarda gli atti volontari eseguiti per ottenere la soddisfazione di Dio; ed infine si tratta di astenersi dalle cose che Dio ha proibito. Così, ad esempio, spendere in carità, digiunare, compiere il pellegrinaggio, soccorrere i bisognosi e visitare gli ammalati, tutti questi sono considerati atti di culto. Come fatto notare precedentemente, il messaggio centrale dell’Islam consiste nell’adorare Dio in modo esclusivo. Pertanto tutti questi atti di culto sono dedicati a Dio, alla ricerca della Sua accettazione.

Purezza degli insegnamenti

L’Islam ha mantenuto il suo messaggio originale fin dalle origini. L’Islam insegna che la religione di tutti i 124.000 profeti, a partire da Adamo e finendo con Muhammad (che la pace di Dio sia su tutti loro), è stata sempre l’unica e la stessa: l’Islam, cioè l’adorazione esclusiva di Dio, rifiutando di associare a Lui qualsiasi altra cosa e sottomettendosi incondizionatamente a Lui.

Dio dice nel Corano

“Ad ogni comunità inviammo un profeta [che dicesse]: “Adorate Dio e fuggite gli idoli!”

Corano, 16:36

L’Islam inoltre insegna che gli esseri umani che invitano i loro simili ad adorarli, che pretendono di essere loro stessi Dio o che Dio è dentro di loro non fanno che ingannare i loro seguaci, traviarli e deviarli dalla vera religione di Dio. L’essenza del culto nell’Islam si può trovare nel versetto 5 del primo capitolo del Corano, noto come al-Fatihah, che significa “l’aprente”:

E’ Te [soltanto] Che noi adoriamo e a Te [soltanto] noi chiediamo aiuto

Totale sottomissione ed obbedienza a Dio è quel che venne comandato ai primi esseri umani, Adamo ed Eva. Essi vennero posti in un giardino e venne insegnato loro di mangiare da qualunque albero avessero desiderato, ad eccezione di un albero isolato.  In ogni epoca dell’esistenza umana gli uomini sono stati guidati dai profeti nel compiere determinati atti di bene ed astenersi  da alcune altre cose dannose.  Invariabilmente, per ciascuna delle cose proibite esistono molte altre cose lecite di simile natura.  Ad esempio è vietato il consumo del maiale ed è proibito dare o ricevere interesse, ma esistono innumerevoli altri animali sulla terra, in mare e nel cielo il cui consumo è lecito, e molte altre transazioni commerciali che è lecito portare a termine. 

Tuttavia molte persone tendono a sviluppare un’ossessione riguardo alle cose proibite come bere l’alcol e commettere adulterio, affermando erroneamente che l’abbandono di tali pratiche renderebbe la vita assai difficile. In realtà, tali proibizioni non sono state decretate che per proteggere gli esseri umani. Pur essendoci del bene in tutto quel che Allah ha creato, l’aspetto dannoso in alcune parti della creazione eccede quello positivo, e proprio per tale motivo esse sono state proibite da Dio.

Coerenza degli insegnamenti

La vera religione di Dio dovrebbe essere coerente nei suoi insegnamenti. I suoi principi fondamentali non dovrebbero cambiare col tempo. Ad esempio, i primi seguaci di Cristo erano del tutto indistinguibili dagli altri ebrei del loro tempo nel modo in cui si sposavano, pregavano, si vestivano, mangiavano e parlavano. Praticavano la poligamia, pregavano prosternandosi a terra, le donne coprivano i loro capi con un velo, non mangiavano il maiale, si salutavano gli uni gli altri dicendo “Con te sia la pace” e l’omossesualità era considerato un peccato capitale, punibile con la morte. Oggi i cristiani rifiutano la poligamia, pregano inginocchiandosi, le loro donne non si coprono il capo (ad eccezione delle suore e nel corso di matrimoni o funerali), mangiano il maiale e si salutano a vicenda dicendo: “Salve!”. E’ dagli anni ’70 che la maggioranza dei Cristiani protestanti ha accettato l’omosessualità, al punto che i preti omosessuali rappresentano ormai un fatto comune.  In modo analogo gli Indù del passato si cibavano di carne, le loro donne venivano bruciate sulle pire funebri dei loro mariti defunti (sati o suttee), e usavano frequentare le prostitute del tempio (devadasis).  Oggi la maggioranza degli Indù devoti è costituita da vegetariani, il sacrificio delle vedove è stato dichiarato illecito dai riformatori indù, sostenuti dalle autorità britanniche nel diciannovesimo secolo e nel secolo successivo la pratica delle devadasis venne abolita.

Al contrario, gli insegnamenti e le pratiche dell’Islam sono rimasti inalterati dall’ultima Rivelazione sino ad oggi. La poligamia è tuttora legittima, i musulmani continuano a prostrarsi a terra in preghiera, le loro donne si coprono, il maiale è proibito, si salutano gli uni con gli altri dicendo: “la pace sia su di te” e l’omosessualità resta un peccato maggiore. Più importante di tutto, essi continuano ad adorare esclusivamente Dio Unico, mentre i cristiani che all’epoca di Cristo facevano esattamente lo stesso vennero dichiarati eretici. Fu nel quarto secolo che una presunta divinità trina prese il posto del Dio Unico, adorato da Gesù e da tutti i profeti prima di lui. In maniera analoga, benché le più antiche Scritture dell’Induismo proibissero l’idolatria, oggi gli Indù venerano milioni di divinità sotto forma di idoli.

Chiara definizione dello scopo della vita

Lo scopo della creazione degli esseri umani dovrebbe essere chiaramente definito nell’ambito della vera religione di Dio. Tale scopo dovrebbe essere dichiarato in termini non ambigui nelle Scritture stesse della religione. Ma se gli indù venissero interrogati a proposito dello scopo dell’esistenza umana, così come insegnato nella loro religione, la maggior parte fra loro ammetterebbe la propria ignoranza o utilizzerebbe una varietà di spiegazioni filosofiche, elaborate dai guru moderni senza chiari riferimenti scritturali. Lo stesso può essere detto per i cristiani, i quali non possono trovare un’enunciazione univoca nelle Scritture dell’Antico o Nuovo Testamento, atta ad identificare lo scopo della vita. D’altro canto, nelle inalterate Scritture dell’Islam, lo scopo della creazione è enunciato da Dio in termini privi di ogni ambiguità:

Non ho creato i jinn e gli esseri umani se non perché Mi adorino

Corano, 51:56

Lo scopo della vita è di adorare Dio: questo dovrebbe logicamente rappresentare il principio cardine di ogni religione, e a maggior ragione della vera religione. Ma in pratica, questo è vero soltanto per l’Islam.

Accesso alla salvezza

Un’altra caratteristica essenziale della vera religione è che essa dovrebbe contenere nei suoi insegnamenti equanimità rispetto all’accesso alla salvezza. La liberazione dal peccato non può richiedere intermediari, poiché in ultima istanza solo Dio ha il potere di perdonare i peccati umani. Dio sapeva, prima della creazione di Adamo ed Eva, che essi lo avrebbero disobbedito ed avrebbero peccato mangiando dall’albero proibito; perciò ha insegnato loro come pentirsi del peccato commesso. Così, quando commisero il peccato, si pentirono e Dio li perdonò.  Sarebbe stato ingiusto non insegnare loro come pentirsi del peccato commesso; e far ereditare il loro peccato a tutte le generazioni seguenti, sino al tempo di Gesù, sarebbe stato ancora più ingiusto. E’ quindi logico ritenere che Dio, essendo assolutamente Giusto, abbia insegnato loro come pentirsi. Ed infatti questo evento storico è descritto nel Corano. Inoltre, ogni essere umano deve essere ritenuto responsabile solo per i propri peccati e non per quelli commessi dai suoi genitori o figli. Nessuno può farsi carico dei peccati di qualcun altro. 

Tali sono gli insegnamenti che troviamo nel Corano

Nessuno può farsi carico [dei peccati] di un altro

Corano 53:38

Invece, ogni individuo dovrebbe rivolgere il suo pentimento direttamente a Dio e Lui, in cambio, ha promesso di perdonare tutti i peccati.

Dio dice nel Corano

Di': “O Miei servi, che avete ecceduto contro voi stessi, non disperate della misericordia di Allah. Allah perdona tutti i peccati [di quanti si pentono]. In verità Egli è il Perdonatore, il Misericordioso

Corano 39:53

Dal momento che il fine della creazione è quello di adorare Dio, e questo costituisce il pilastro centrale della vera religione, il peccato maggiore che un essere umano può commettere non è l’assassinio né il furto (sebbene entrambi siano offese capitali contro l’umanità). Il peggiore peccato possibile che una persona può commettere è un’offesa contro il Creatore dell’universo: attribuire a Lui degli eguali. Se una persona passa la sua esistenza associando a Dio qualunque cosa, sia direttamente che indirettamente, e muore in quello stato, allora tutte le sue buone azioni saranno invalidate da tale blasfemia.

Dio stabilisce questo nel Corano

In verità Dio non perdona che alcunché venga associato a Lui

Corano, 4:48 e 4:116

Quando una persona pronuncia la testimonianza di fede e quindi entra nell’Islam, avrà tutti i suoi peccati perdonati da Dio, incluso anche il peccato di aver [precedentemente] reso atti di culto ad altri che Dio Stesso. Se questa promessa viene fatta in modo sincero, con piena cognizione dei suoi significati e implicazioni, e con la risoluzione di vivere in accordo con essa, allora quella persona ha accettato la chiave per il Paradiso.

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